Translate

giovedì 10 maggio 2012

La bici di natale


Quanti ricordi nascono in me guardando questa vecchia fotografia, dove ti si vede in tutto il tuo splendore. Eravamo molto giovani e le nostre ossa non dolevano ancora.

Mamma mia amica quanto tempo é passato, ti ricordi quando mi portavi in porta in porta con le tue varie scope? Io sì mi ricordo bene, io e mio padre in giro per il Piemonte a pulire stretti camini, quanti chilometri assieme a te e a lui.
Io avevo poco più di sette anni ed ero la più grande di quattro sorelle: Maria nove mesi, Anna e Linda tre anni e la mia preferita Calotta cinque anni. Pensare a mia madre tutta sola in mezzo ai boschi di un piccolo paesino di montagna mi rattristava molto, mio padre cercava di consolarmi, a modo suo mi raccontava storie per colmare il vuoto e la solitudine che provavo la notte quando la candela si spegneva .

Dormivano nelle stalle, nei granai e qualche volta con i dipendenti delle tenute agricole, abbiamo sempre trovato persone disponibili. Ricordo con piacere una vecchia signora, mamma mia era più giovane di me ora, che nel vederci passare nella sua via ci chiese se potevamo pulire il suo camino visto che le feste natalizie erano alle porte. Era il pomeriggio del  venti tre dicembre e papà  voleva essere a casa per il ventiquattro e ci volevano otto ore di pedalate per raggiungere mamma, ma non riuscì a dire di no a quella dolce signora.


Ci fece entrare in casa e subito iniziò a coccolarmi , dolciumi, latte e tanta attenzione, chiese a mio padre se poteva far da solo e lui acconsenti' e così rimasi con quella signora, mi fece cambiare i vestiti me ne diede di più belli, mi disse che erano di suo figlio quando era un bambino come me è che lei non ebbe il coraggio di buttare dopo la sua morte, mi raccontò che giovanissimo partì per il fronte e non fece più ritorno. Mi chiese di me è così raccontai di avere quattro sorelline e che non vedevo l'ora di rivederle e di portare loro delle pecorelle nuove per il presepe. Mi diede dei vestiti anche per le mie sorelle e poi mise un vestito per la mia mamma e tirò fuori degli abiti da uomo, mi guardò e disse:"questo dono per il tuo papà!! Dopo che si sarà lavato, ho intenzione di ospitarvi per la notte, ormai fuori c'è buio, sempre che lui accetti".

Istintivamente incrociai le dita mi trovavo bene lì.., mi prese per mano e mi portò in una stanza dove c'erano dei giocattoli e su di un tavolo un trenino. La Signora mi fece cenno di giocare pure mentre lei attendeva mio padre e suo marito rientrasse con la figlia dal negozio di alimentari.
Era bello quel trenino, ricordo che lo maneggiavo con molta cura, io non avevo niente di simile, ero assorto nel mio gioco da non accorgermi che mio padre era entrato e si era seduto sa terra ad osservarmi, mi girai e corsi da lui, mi scompiglio' i capelli e mi disse " ci attendono di sotto per la cena, poi vista l'ora tarda saremo ospiti in questa cada per la notte mi raccomando ometto fai il bravo e comportati come ti ha insegnato la mamma" poi ridendo continuò " lei é più brava di me" si alzò e assieme scendemmo al piano di sotto, dove un omone grande come una montagna mi sorrise e mi scompigliò i capelli.

La cena fu fantastica e poi per la notte ci ospitarono per la notte, dopo mesi dormito in un comodo letto, caddi in un sonno profondo. Al mattino nella sala da pranzo il profumo del pane appena sfornato e i colori della frutta fresca mi accolsero la signora mi coccolò molto e all'ora della partenza mi regalò addobbi per la nostra casa, abiti per tutta la famiglia e giocattoli. Io e mio padre non sapendo più dove mettere gli addobbi li mettemmo su di te, con un cenno del braccio in segno di saluto ci congedammo. Il viaggio di ritorno fu veloce e arrivammo vicino a casa e visetti felici ci vennero incontro e Linda e Anna nel vederci urlarono: guarda mamma Piero ha la bici di Natale.
La mamma sorrise alle piccole, Calotta vedendo i vari pacchetti e gli zaini colmi disse " ovvio che hanno la bici di Natale loro sono magici ogni volta vanno via vuoti e poi tornano carichi". Era bello vedere tutta la famiglia felice attorno a te amica mia, così la mamma ci fece andare giorni dopo in paese a farti fare la fotografia. Grazie amica mia.

Patrizia Jorio

mercoledì 2 maggio 2012

Mio piccolo uomo


Finalmente dopo tanti mesi posso stringerti a me, posso toccare la tua pelle profumata, ammirare il tuo viso tanto sognato.
Vedere il tuo sguardo incerto i tuoi occhi chiudersi alla luce mi riempiono il cuore di infinita tenerezza e la voglia di baciarti si fa sempre più forte.
I tuoi ultimi mesi sono stati pesanti quanto i miei, io li ho passati a pensarti a preoccuparmi di come saranno questi mesi, anni assieme, spero di riuscire a capirti fin da ora, dicono che amarti sia la cosa più naturale di questo mondo, sospiro, ti guardo e le tue labbra si piegano in un sorriso, lo so per ora non è ancora dedicato a me ma è come se lo fosse. Anche tu hai passato mesi a dare un volto a quella voce ovattata che sentivi, ci vorrà ancora un po’ per poterlo fare appieno ma ora la mia voce è più limpida e ti culla,ecco uscire dalle mie labbra quella canzoncina che nei momenti che eri più agitato e non stavi fermo ti canticchiavo e proprio come allora cedi, stai fermo, ma ora vedo come sei rilassato, prima immaginavo soltanto.
Sono la donna più felice al mondo posso finalmente stringere il mio piccolo uomo, sarai l’amore più grande della mia vita. La riempierai di gioie, di preoccupazioni,ci saranno giorni che il mio ruolo mi imporrà di scontrarmi con te ma non dimenticarlo mai io ti amerò sempre, non dubitare mai di questo.
Ora ti stai facendo irrequieto e il mio sesto senso mi suggerisce di sfamarti, un gesto semplice che noi madri facciamo da molti anni, senza libretto delle istruzioni, ma semplicemente affidandoci al nostro istinto. Quest’ultimo mi aiuterà a capire quando piangerai per stanchezza, per fame, per malattia o semplicemente per noia, accadrà anche questo, sorrido mi sento forte e sicura di me, mi sento come una leonessa nessuno oserebbe farti del male perché tutti sanno che l’amore che ci unisce è molto forte e io potrei uccidere per difenderti .Tranquillo non fare quella smorfia, so che mi senti ma ancora non comprendi tutto, tranquillo mangia sereno, mio piccolo uomo .
Crescerai e io non sarò più al centro del tuo mondo, ma tu per me sarai sempre al centro della mia vita, vivrò per me e te, lavorerò per poterti dare molto ma tranquillo mio piccolo uomo il mio amore per te ci sarà sempre anche quando la stanchezza invaderà il mio corpo io ci sarò sempre su di me potrai sempre contare, ora la fatica di queste ultime ore si fa sentire, devo riposare se da domani voglio occuparmi al meglio di te, ora ti affido a mani sicure che ti laveranno e io deciderò il tuo nome, avrei dovuto farlo con tuo padre ma purtroppo la vita non sempre va per strade diritte e lui ha preso una strada diversa dalla nostra, no non devi essere triste per me, io ho molte persone che mi amano e non vedono l’ora di vederti di abbracciarti e di amarti, ora vai, no non piangere tra poco sarai di nuovo al mio fianco mio piccolo uomo, ora ti bacio a dopo.

Patrizia Jorio